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La mediazione culturale

Come le differenze culturali possono influenzare il modo di negoziare.

 

“La Mediazione aiuta a creare un ponte di collegamento tra le diverse culture, e questo implica conoscere e rispettare le abitudini delle persone che incontriamo”

                                                                                                        Alessandra Sguaini

 

 

INTRODUZIONE

Uno dei problemi più delicati da affrontare in una negoziazione internazionale è rappresentato dalle differenze culturali e da modi diversi di comunicazione. Il fattore più importante è che, per costruire un ponte di comunicazione bisogna capire e rispettare la cultura ed il modo di comunicare delle persone con cui ci si relaziona.

 

Il commercio internazionale e il processo della globalizzazione ha creato un collegamento tra persone di culture ed abitudini assai diverse; queste differenze possono essere al tempo stesso molto produttive o rappresentare un ostacolo, specialmente quando un malinteso culturale può far fallire una negoziazione o porre termine ad una relazione commerciale.

 

La chiave di volta per risolvere conflitti commerciale è un sistema di comunicazione efficace. Anche se può sembrare un compito facile, la costante presenza di elementi esterni spesso influenza il dialogo condizionandone il risultato.

A volte si manifesta la necessità di ricorrere ad una terza persona che sia esperta nella Mediazione culturale.

 

Il mediatore culturale è colui che lavora in armonia con le parti per facilitare l’apertura di nuove piattaforme comunicative, in grado di aiutarle a raggiungere una soluzione efficace, equa e valida per entrambe.

La mediazione può agevolare le parti nel raggiungimento di un accordo facendo loro risparmiare tempo e denaro.

 

 

Caratteristiche dell’Italia

 

In Italia l’affidabilità e la creazione di solide relazioni personali rappresentano fattori permeati di un’alta considerazione nel mondo degli affari. Gli uomini d’affari tendono a costruire una buona amicizia con i loro soci e colleghi prima di mettere nelle loro mani i propri affari.

Generalmente, gli uomini d’affari, preferiscono trattare o negoziare con il consiglio di amministrazione o i dirigenti di una società piuttosto che con impiegati di più basso livello.

L’eleganza e l’apparenza sono elementi molto considerati nella cultura italiana. Più che in altri paesi una persona attrattiva e ben vestita è maggiormente considerata rispetto a chi non cura questi aspetti della propria persona. Gli Italiani tendono a negoziare senza fretta, prediligendo un approccio che permetta loro di familiarizzare con la persona con cui hanno a che fare.

 

 

L’AFRICA SUB-SAHARIANA

 

L’Africa sub-sahariana , é forse una di quelle aree del mondo dove la diversità culturale è più spiccata e quindi è necessario un approccio che tenga conto di questa diversità.

L’Africa sub-sahariana, nella diversità di popoli e culture, ha tuttavia una radice comune  che permea tutta la vita sociale.

E’ una cultura complessa che si fonda sulla RELAZIONE. Una relazione che non è però interpersonale (fra me e te) ma piuttosto fra me e il  “noi”.

 

La cultura africana è fondamentalmente dialogica e non dialettica come è la nostra occidentale dove la verità (o la cosa migliore da fare) scaturisce da chi dimostra all’altro chi dei due ha ragione… “Io ho ragione e tu hai torto” La cultura africana tende a “includere” piuttosto che ad “escludere” : Questo sul piano pratico ha notevoli conseguenze che poi vedremo.

La Verità e/o la cosa giusta da fare si scopre “insieme” alle parti in un processo “dialogico” aperto e completo, chiaro e trasparente, nel rispetto di tutti.

 

L’imprenditore africano può apparire indipendente ed autonomo, come quello occidentale che decide molto spesso da solo, ma in realtà non lo è. Egli ‘rappresenta’ sempre una comunità (di interessi, di obiettivi, di membri)  e deve quindi ‘ascoltare’ la comunità prima di decidere.. L’autorità, il capo, in Africa sub-sahariana, non è una persona che gestisce un potere in autonomia perché è stato “delegato”. E’ piuttosto colui che opera per trovare un “consenso unanime” fra tutti gli attori della comunità, ne  ratifica il consenso, ne è garante e su questo opera ed agisce.

 

Mi si dirà, e si dice , che l’Africa si è modernizzata… che le cose stanno cambiando…in parte è vero.. l’Occidente, colonizzandola, ha impiantato nuove strutture (lo Stato, le leggi, confini, le scuole del sapere occidentale) ma questa importazione è in continuo adattamento e in alcuni aspetti è provvisoria. Essa  si sovrappone a quella esistente diciamo tradizionale, e ne deve tenere conto.

Apparentemente sembra un processo lungo e dispendioso di tempo  ma quando si raggiunge l’obiettivo ci si troverà un partner convinto dalla testa ai piedi su cui contare.

 

Ecco perché le opportunità per l’Italia in Africa sub-sahariana devono tenere conto di questo contesto in divenire.. Guardare un po’ lontano… e cercare di stabilire delle relazioni in cui rispetto, attenzione, capacità di ascolto siano altrettanto elementi come finanziamento, investimenti, contratti e business.

Si deve tenere conto che il nostro primo partner in Africa sub-sahariana non è l’occidentale o libanese o indiano ma l’africano. Conoscere gli approcci giusti é quindi fondamentale.

 

Aiutare le imprese italiane ad avere questo approccio è uno dei contributi che noi offriamo perché come è facile dedurre occorre che l’impresa venga sul luogo, ne viva l’impatto, ne ascolti le voci, ne faccia esperienza.

 

 

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