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Giuseppe Verdi MULTIFACE

FICHE

 

LONGMETRAGE A EPISODES

Version cinéma 1x100'

Version TV: 3 x 52'

Producteur: Giorgio Leopardi

Genre: biografique/fantastique

Scénario: Giuseppe Davoli

Cast: Francesco Pannofino;

Acteurs/Actrices européens (interview)

et pour la prémière fois à l'écran Giuseppe Davoli

dans le rôle de GIUSEPPE VERDI

Etat du Projet: développement avancé

Locations: Italie/France/U.K./Russie

Budget: 3.500.000 euro

 

 

 

 

 

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SYNOPSIS

Nous sommes à l’hiver de 1883, à l’époque de la mort subite de Wagner

à Venise (13 février). Verdi se trouve à Gênes, où il passe les mois d'hiver. L'événement lui donne de vifs souvenirs de sa vie. Les souvenirs de Verdi sont racontés dans des épisodes monothématiques centrés sur un aspect de la personnalité du Maître qui retrace toute sa vie, si c'est le cas.
Un Verdi Multiface aux visages différents et parfois surprenants. Verdi compositeur, Verdi patriot. Verdi agriculteur,, Verdi Politique, Verdi Philanthrope.

Le personnage-acteur de Verdi c'est un évocateur de sa présence et reste toujours silencieux.
C'est sa voix qui on écoute quand il cite des extraits de ses lettres (envoyées à des amis et à des personnes de l’époque).

La présence de l'impétueux chroniqueur Bardiani (personage inventé) amoureux du "Cygne de Busseto" semble en savoir beaucoup plus sur la vie très réservée de Verdi, de ses habitudes et de ses amitiés. C'est lui qui aide le spectateur à entrer dans l'intimité de Verdi pour nous révéler ses idées sur la politique du gouvernement italien, l'état de l'art en Europe,

le rôle de l'Église mais aussi des aspects privés de sa vie quotidienne tels que les goûts culinaires, l'organisation de ses propriétés agricoles et les relations avec les paysans à son service. C'est la découverte d'un esprit très moderne pour notre temps.

Mais Verdi, toujours omniprésent, intervient et corrige de manière ponctuelle et péremptoire Bardiani (se citant toujours lui-même) pour corriger et préciser en orientant (le public) vers l'exact compréhension.

Une reconstruction scénographique en CG nous fera apparaître Verdi

à son époque; dans sa villa où il a composé ses oevres musicales,

dans sa ferme (sept cents hectares) où il a mené une activité agricole frénétique et innovante, dans les villages et les villes de la vallée du fleuve Po en contact direct avec les paysans; dans l'action "philanthropique" avec la construction de l'hôpital de Villanova et la Maison de Musiciens à Milan; et ensuite dans les théâtres qui ont vu le triomphe de ses œuvres musicales: Milan, Venise, Naples, Londres, Paris, Saint-Pétersbourg.
Un Verdi italien et européen, riche en valeurs humaines, passionné par sa terre, son pays et son peuple, dans lequel il a toujours cru;

SINOSSI

Siamo nell'inverno del 1883 nei giorni della morte improvvisa di Wagner a Venezia (13 febbraio). Verdi si trova a Genova dove tascorre da anni i mesi invernali. L'evento gli procura vividi ricordi della sua vita. I ricordi di Verdi vengono raccontati in 5 episodi mono-tematici centrati su un aspetto della personalità del Maestro che ne ripercorre, se ne é il caso, l'intera sua vita.
Un Verdi multiface dai volti differenti e in alcuni casi sorprendenti. Verdi Compositore, Verdi Patriota. Verdi Politico, Verdi Agricoltore, Verdi Filantropo.
Il personaggio-attore di Verdi né evoca la presenza che resta muta. Si anima con la voce fuori
campo del Maestro che evoca con stralci e brani di sue lettere (inviate ad amici e persone dell'epoca) gli eventi. Ad aiutare lo spettatore ad entrare nell'intimità di Verdi é la presenza del simpatico e irruento cronista ed appassionato del Cigno di Busseto, Bardiani (Francesco Pannofino) che sembra conoscere molto della riservatissima vita di Verdi, delle sue abitudini, delle sue amicizie, delle sue idee politiche sul'Italia e sull'Europa, perfino dei suoi gusti culinari.
Ma Verdi, sempre onnipresente, interviene e corregge in modo puntuale e perentorio (citando sempre sé stesso) per rimettere le cose a posto orientando (il pubblico) alla giusta comprensione.
Un ricostruzione scenografica in Computer Grafica ci farà apparire Verdi nella sua epoca; nel suo studio della sua Villa dove componeva, dormiva e lavorava, nella sua tenuta agricola (settecento ettari) dove svolgeva una frenetica e innovativa attività agricola, nei borghi e nelle città della bassa padana nelle sue 'opere' filantropiche - l'ospedale di Villanova e la Casa di Riposo per Musicisti a Milano; e poi nei teatri che videro il trionfo delle sue opere musicali: Milano, Venezia, Napoli, Londra, Parigi, San Pietroburgo.
Un Verdi italianissmo, europeo, ricco di valori umani. appassionato della sua terra, del suo paese e del suo popolo in cui ha sempre creduto,

I fog du diaul

I Fuochi del Diavolo

SINOSSI

 

L’epopea dello sfruttamento degli idrocarburi nel piacentino – regione della pianura padana a circa 50 km da Milano - risale agli inizi del secolo scorso. Un primato mondiale se si considera che solo la Romania e gli Stati Uniti la precedettero di qualche anno.

Ma nel piacentino il petrolio e il gas erano conosciuti e utilizzati da circa 2000 anni come in altre parti d’Europa le ‘fontane ardenti’ creavano stupore, ammirazione e timori.

 

I piacentini chiamarono nel loro dialetto questi fuochi “i fog del diaoul’ i fuochi del diavolo e non avevano tutti i torti se l’inferno era localizzato, nella tradizione cattolica, nelle viscere della terra.

 

Ci volle Alessandro Volta, l’inventore della pila elettrica, che incuriosito da questi fenomeni naturali venne a Velleja (città romana da poco scoperta) ad osservare lungo il fiume Chero questi fuochi e sostenne con forza (e a ragione) che tali fuochi provenivano dalla decomposizione  di vegetali e animali in presenza di acqua macerante.

 

Per la qualità del petrolio (purissimo da essere considerato benzina) una innumerevole numero di imprenditori tanto audaci quanto cocciuti con strumenti primordiali (prima piccone poi badile e via via con nuove attrezzature come il rotary), acquistarono licenze per scavare pozzi sempre più profondi: 90, 120, 300,450, 800, 1200, 1400 metri. Fra questi imprenditori alcuni francesi che tra l’altro hanno il merito di aver installato a Fiorenzuola la prima raffineria italiana.

 

La provincia di Piacenza fu così il Texas europeo: una vera corsa all’oro nero con molto sacrificio (c’è chi ci lasciò la pelle..), tanto pionerismo ma altrettanta tenacia che alla fine forgiò una generazione straordinaria di imprenditori e tecnici e gettò le basi per il futuro della trivellazione e dello sfruttamento che da Piacenza si affermò in tutto il mondo.

 

In particolare per l’Italia del dopoguerra, con la nascita dell’ AGIP e ENI, l’esperienza piacentina offrì le premesse del boom economico italiano (con la scoperta del giacimento di gas di Cortemaggiore) e con il dinamismo e la genialità di Enrico Mattei, le aziende italiane, ricche di un patrimonio tecnico sviluppato nel corso di decenni, estesero la loro attività e si affermarono in tutto il mondo.

Ancor oggi nella regione del piacentino ci sono aziende leader mondiali nella tecnologia per le perforazioni e per lo sfruttamento del gas e metano.

 

Ripercorrere le tappe significative di questa epopea è quindi un omaggio a questi pionieri testardi e illuminati e, al tempo stesso, raccontare al pubblico nazionale e internazionale una storia che non appartiene più a Piacenza o alla Francia ma alla Storia delle conquiste dell’uomo.

 

 

 

SCHEDA

 

Film FILM DOCU-FICTION

Genere: storico/sociale

Soggetto/Sceneggiatura: Giuseppe DAVOLI

Cast:

Regia:

 

Coproduttori: ITA/FRA/RUSSIA

Stato del progetto: in sviluppo

Locations: Italia

Budget: 1,7 mil euro

Finanziati:

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