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La mia Storia

Era il 1968 ed erano già definiti i caratteri della mia eclettica personalità: giocavo a calcio in una squadra di serie B, suonavo in un gruppo musicale, organizzavo spettacoli-show per amici, ero impegnato in un gruppo di scout (l'Akela  più giovane d'Italia!)  e frequentavo un movimento giovanile dal respiro internazionale.  Insomma non avevo tempo da perdere...

Ma la mia strada professionale sembrava però segnata: tecnico elettronico! Il cinema (in quegli anni fare cinema era più attraente che fare televisione) arrivò d'improvviso qualche anno dopo a seguito della mia curiosità di sperimentare; realizzai un documentario Super8 per un gruppo di amici e il successo fu notevole a tal punto che qualcuno mi chiese di andare a Roma per dedicarmici a tempo pieno.

Mi trasferii così a Roma, e dopo un mese, mi iscrissi all'Istitituto di stato per la cinenatografia e la TV "Roberto Rossellini". 

Mi diplomai brillantemente Direttore della Fotografia per il Cinema l'anno dopo (invece di 4 poiché non dovetti sostenere le materie generali) ma il mio interesse andava molto più in là della  Fotografia.  Una gavetta iniziale fu determinante a farmi entrare poco a poco nel mondo della celluloide perché - ed é questo una delle consulenze che credo essere una mia specialità - l' attrazione per alcuni mestieri del cinema é così accecante (voglio fare il regista!) da lasciare in ombra innumerevoli altri 'mestieri' bellissimi di cui il cinema si nutre: figure di primissimo piano e determinanti per il successo di un film.

Ricercare e identificare nella storia di un giovane  e/o candidato le traccie del suo percorso (a volte sotterraneo) artistico per far emergere, al di là del proprio 'desiderio', le potenzialità nascoste é un lavoro molto gratificante a volte più gratificante di vincere un premio cinematografico.

 

LA  GAVETTA

 

Iniziai a lavorare in una cooperativa audiovisiva di poche persone. Si realizzavano pochi documentari, molte foto e serie di diapositive. Mi occupai del settore cinematografico (16 mm) e cominciai a realizzare dei documentari prima come direttore di fotografia (riprese) poi come montatore e  regista. 

Con le attrezzature di oggi é possibile a chiunque produrre da solo un film e di qualità tecnica eccellente ma nel 1975 quando il video faceva la prima apparizione, si girava tutto in pellicola con costi elevatissimi (attrezzatura cinematografica, pellicola, sviluppo e stampa, montaggio ecc) e i tempi di produzione erano lunghi. 

Era impossibile, per un professionista, proseguire e crescere se, per qualche motivo "toppava": il mercato lo emarginava. La selezione era dura e impetosa. Vi era una linea netta fra professionisti e amatori (cosa che oggi é scomparsa).

 

Capii subito che la dimensione autodidatta di montatore e regista (il faccio-tutto-io, caratteristica del genio italico,) andava corretta. Malgrado i successi dei miei lavori occorreva approfondire quei mestieri che più mi stimolavano per esercitarli al meglio ma anche per conoscerli a fondo sia per sperimentare i miei limiti sia perché l'opera filmica esigeva la strettissima collaborazione di ciascuno. Ogni intervento artistico e tecnico 'influisce' sul prodotto finale. E' sullo schermo che a conti fatti si vedrà ogni dettaglio  del lavoro di ogni professionista.. e lì saranno impietosamente stampate per sempre i vizi dell'opera  o saranno apprezzate la sue virtù.

 

GLI INCONTRI DECISIVI

 

Chiesi ad un amico di Cinecittà (in quegli anni ero quotidianamnete  nello stabilimento per i miei lavori) se conosceva un montatore professionista  a cui potevo fare giudicare i miei lavori di montaggio. Mi fece conoscere Claudio Cutry e quell'incontro segnò una seconda svolta.

Claudio proveniva dal team di 'Mondo Cane' ed era approdato negli Stati Uniti dove incontrò i 'mostri' del montaggio inglese e americano: Ernie Walter, Fritz Steinkamp, Peter Zinner, Billy Butler ma soprattutto  Ralph Winter con il quale collaborò a lungo.

L'incontro con Claudio - che si dimostrò subito disponibile a valutare i miei lavori - fu uno shock professionale. Malgrado si felicitasse con me per le potenzialità che intravedeva nei miei lavori io compresi che ciò che avevo fatto fino ad allora ( e di cui ne andavo fiero) aveva un valore insignificante se relazionato ad un lavoro professionale. Il mio era un buon lavoro artiginale e nulla più. Era indispensabile quindi approfondire la mia formazione e sperare che Claudio mi accompagnasse in questo percorso. Ciò che poì avvenne.

Ma il montaggio non era sufficiente. Per la richiesta dei clienti era necessario avere idee, scriverle e realizzarle. 

 

FORMAZIONE CONTINUA

 

Frquentai così un primo corso di Regia con Paul Gray a Roma (1984). Era la prima iniziativa di INTERNATIONAL FORUM  di Lampo Calenda . Era la scuola americana che irrompeva nella ormai (era in crisi già da allora!) industria cinenematogrfaica nostrana.  Paul comunicava altri approcci ai mestieri: niente improvvisazione, grande lavoro tecnico e artistico, ruoli definiti e chiari, strutture narrative solide provenienti da uno studio scientifico della drammaturgia classica (tragedie greche) trasportate nel cinema. Una vera scoperta. Dissi a Lampo che la sua iniziativa avrebbe avuto un grande successo (cosa che poi avvenne) e lo incoraggiai a proseguire.

 

Ma fu il corso di sceneggiatura di Robert Mc Kee (1986) sempre organizzato da International Forum  che rivoluzionò davvero il mio approccio alla scrittura. Era la prima volta che McKee veniva in Italia. Avevo letto molto di cinema  e partecipatpo a seminari  di professionisti italiani sulla sceneggiatura e sul montaggio ma nessuno offriva chiavi di lettura efficaci e operative (in Italia il mestiere deve restare 'segreto'). Robert invece era un libro aperto: chiaro, ricco, stimolante, affascinante, con strumenti operativi. Un invito a scrivere, se ne sei capace!

Chi fa un corso con McKee ha, se vuole, le carte giuste per far uscire il suo talento e scrivere un racconto per il cinema eccellente e di prim'ordine senza scuse e giustificazioni.

 

La televisione bussava alla porta, occorreva aprire la finestra su questo mondo che noi della celluloide vedevamo sempre come un ripiego. Decisi di frequentare un corso dell'ormai mitico lampo Calenda (oramai aveva in catalogo ogni sorta di ben di dio) con il Alan Plater. Era un corso sulla sceneggiatura televisiva e sui 'generi'. Ma devo essere sincero dopo McKee era difficile restare sorpreso!

 

LA DIMENSIONE INTERNAZIONALE

 

Per concludere (cito solo eventi e momenti decisivi tralasciando altre eperienze e incontri)  il corso più completo, quello che mi ha aperto una visione internazionale e mi ha avviato alla  co-produzione internazionale. Si tratta di EAVE dell'Unione Europea (1992), corso per 'producer'. Un compendio globale dell'iter del prodotto cine televisivo: dall'idea e al suo sviluppo, alle strategie di finanziamento e di co-produzione, dagli aspetti legali e della negoziazione dei diritti al pitching al marketing. Una bibbia completa che per  me, proveniente da concrete esperienze in vari ambiti e settori, ha compattato e orientato la mia produzione in modo organico in direzione dell' internazionalità.

 

INNOVARSI

 

Fin qui il racconto del mio percorso FORMATIVO. Quello artistico-produttivo lo potete scaricare quì  Sono stato sempre un anticipatore sia come prodotto sia come proposte formative (fin dal 1979 sono stato promotore e poi docente di corsi e workshop sul cinema con profili internazionali) e questo nel contesto italiano non é stato un vantaggio. Perché? Perché l'industria della Tv e del Cinema in Italia é ostica all'innovazione. Non ama  confrontarsi  con altri, a causa di una sua supponente superiorità che pesca nel passato (neorealismo e grandi registi). Ma ora alla luce della globalizzazione ci si accorge di quanto questo paese ricco di cultura e di ingegno abbia modelli e prodotti obsoleti. Per anni si sono persi vari treni....

E' urgente 'internazionalizzare' il nostro prodotto se vogliamo usicire da questa crisi. Oggi il contesto di crisi favorisce il rinnovamento. Ma come si fa se non si hanno gli strumenti per farlo? Ecco perché più che mai ora diventa decisivo investire nella formazione sotto ogni profilo (scrittura, sviluppo, produzione e distribuzione) se vogliamo rilanciare le nostre idee e i nostri prodotti. Il mio lavoro é un contributo a questa innovazione.

 

 

 

 

 

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